Primo Mazzolari. In cammino sulle strade degli uomini
«Scritti e discorsi in terra bresciana»
Editrice Ave
Roma aprile 2012
pp. 244
prefazione di Paolo Corsini
E tra le persone più importanti per la formazione del giovane Mazzolari vi è stato il bresciano mons. Geremia Bonomelli, che guidò la diocesi di Cremona per ben 43 anni, dal 1871 al 1914: mons. Bonomelli fu per il seminarista prima e poi per il giovane sacerdote don Primo Mazzolari guida importante e punto di riferimento essenziale nel cammino di fede.
A Brescia don Mazzolari ha potuto pubblicare le sue prime opere, grazie a Vittorio Gatti, un coraggioso libraio-editore indipendente e dalla nostra città ha avuto l’imprimatur per numerosi suoi testi, tra cui la sua prima grande opera, La più bella avventura, che verrà poi considerata erronea dal Sant’Uffizio: la tematica dei lontani, affrontata da don Primo in tale libro libro, non era infatti ancora all’ordine del giorno nell’attività della Chiesa. Questo sarà il primo dei numerosi provvedimenti che colpiranno don Mazzolari, il quale comunque troverà sempre comprensione e sostegno in vari ambienti della nostra città.
Don Mazzolari conosceva a Brescia e provincia numerosi sacerdoti, persone che lo stimavano molto e seguivano con interesse la sua attività: da don Giorgio Bazzani, parroco di Gussago, a don Giovanni Barchi, parroco di Gambara; da don Stefano Regazzoli, arciprete di Breno, a don Ferruccio Scalmana, parroco di Bagnolo Mella; dai sacerdoti che si sono succeduti a Verolanuova a don Guido Astori, il suo più caro amico, nativo di Carpenedolo e poi entrato nel clero cremonese; da mons. Giovan Battista Bosio, prevosto a San Lorenzo, a mons. Paolo Guerrini, storico e revisore ecclesiastico, da mons. Emilio Bongiorni, vicario generale con il vescovo Gaggia, a don Samuele Battaglia, uno dei firmatari della famosa lettera ai vescovi della val Padana in merito alle difficili condizioni dei braccianti e dei salariati agricoli.
Don Primo è intervenuto numerose volte nella nostra città, chiamato spesso, oltre che dai padri filippini della Pace, anche dalle suore canossiane e da varie parrocchie, come quelle dei santi Nazaro e Celso, di San Faustino e Giovita, di San Lorenzo, di S. Angela Merici, di S. Agata, di S. Maria Crocifissa di Rosa, di San Francesco di Paola. Suoi interventi vi furono anche nel seminario diocesano e nel palazzo vescovile. Fu chiamato pure in diversi paesi della provincia, come Verolanuova, Gussago, Edolo, Breno, Gambara, Pontevico, Manerbio, Montichiari, Bagnolo Mella, Palazzolo, Verolavecchia, Chiari, Gardone Valtrompia ecc. Era invitato per esercizi, quarantore, predicazioni, interventi su tematiche politiche e di attualità. Memorabile rimane la sua partecipazione alla grande Missione cittadina organizzata da mons. Tredici nel 1948.
A Brescia don Mazzolari aveva alcuni dei suoi più cari amici e sicuramente molte persone che seguivano con interesse, partecipazione e trepidazione la sua opera: innanzitutto Stefano Bazoli, che più volte si incontrò a Bozzolo con don Primo, con il quale era anche in contatto epistolare e in rapporto di fraterna amicizia; poi Ludovico Montini e la moglie Giuseppina Folonari, che era seguita spiritualmente dal parroco di Bozzolo; e ancora Gian Andrea Trebeschi, Pietro Cenini e Pietro Bianchini, Stefano e Fausto Minelli, Mario Cassa, Camillo e Giulio Togni, Ercoliano Bazoli, Romeo Crippa, Vittorio Sora, Giulio Onofri, Fabiano De Zan, Leonzio Foresti, Annibale Fada, Antonio Bellocchio, Edoardo Malagoli, Massimo Avanzini, Gianfranco De Bosio, Gaetano Masetti e signora, Francantonio Biaggi, mons. Giuseppe Almici, Pierfranco Biemmi, e diversi altri ancora. Molti di costoro facevano parte di quel singolare cenacolo culturale e spirituale che fu casa Tosana, in via Moretto: qui per oltre vent’anni don Mazzolari fu presente con la propria parola e il proprio sostegno per quanti si stavano prima impegnando contro il fascismo e poi nella ricostruzione del Paese.
Il presente lavoro si apre con un’ampia introduzione in cui si ricostruiscono tutti questi rapporti di don Mazzolari con l’ambiente bresciano: viene presentata anche una vicenda ancora poco nota, ossia il provvidenziale aiuto garantito da don Mazzolari alla famiglia Benyacar, bresciani di origine ebraica che, rifugiatisi nella Bassa mantovana dopo l’8 settembre 1943, riescono a salvarsi grazie ai documenti falsi forniti loro dal parroco di Bozzolo.
Vengono poi riportati, nella prima parte, gli scritti di don Mazzolari apparsi su riviste, periodici, libri e bollettini parrocchiali bresciani negli anni in cui il parroco di Bozzolo era ancora in vita, cioè fino al 1959. Si tratta di interventi pubblicati tra il 1937 e il 1943 su “La Voce Cattolica” (così si chiamava allora il settimanale diocesano bresciano); su “La Voce del Popolo” tra il 1946 e il 1959; sulla rivista “La Madre Cattolica”, sul foglio studentesco “La Fionda” e sul mensile “Scuola e Clero”; sui bollettini parrocchiali di Verolanuova e di Concesio S. Andrea. Vengono inoltre riportati altri testi inediti rinvenuti nell’archivio della “Fondazione don Primo Mazzolari” di Bozzolo (MN), come ad esempio due interventi riferiti alle Missioni di Gardone Valtrompia del 1947.
Significativi sono anche gli articoli in cui don Primo ricorda tre vescovi bresciani (mons. Bonomelli, mons. Gaggia e mons. Tredici) e quelli riferiti a due esponenti della Resistenza bresciana, Teresio Olivelli e Emiliano Rinaldini, che pagarono con la vita il loro amore per la libertà.
Nella seconda parte vengono riportati i testi delle omelie tenute da don Mazzolari alle Missioni di Edolo del 1931, oltre ad alcuni discorsi pronunciati in occasioni particolari, soprattutto a Verolanuova.
Gli scritti e i discorsi riportati in questo volume, superando il contesto bresciano, permettono di seguire l’evoluzione del pensiero del parroco di Bozzolo, fino alle sue posizioni profetiche sui temi della pace, della giustizia sociale, dei lontani, del rinnovamento della Chiesa, della necessità di un laicato più autonomo, maturo e responsabile. Gli interventi proposti, alcuni dei quali inediti, permettono soprattutto di riconoscere il grande amore per la Chiesa che ha sempre animato don Primo, la sua incessante ansia pastorale, il suo desiderio di coniugare fede e vita, Vangelo e storia. Ci troviamo così di fronte a un parroco in cammino sulle strade degli uomini per portare loro un messaggio di giustizia e di pace.
Una ricca appendice riporta infine gli interventi apparsi su “La Voce del Popolo” in ricordo di don Mazzolari pochi giorni dopo la sua morte: si tratta di articoli di don Peppino Tedeschi, don Antonio Fappani, don Mario Pasini, don Giovanni Barra. Vengono riproposte anche le commemorazioni di padre Giulio Bevilacqua, pubblicata sulla rivista “Humanitas”, e di mons. Paolo Guerrini su “Memorie storiche della diocesi di Brescia”.
Completano l’appendice due omelie dei vescovi di Brescia, pronunciate a Verolanuova: quella di mons. Luigi Morstabilini, in occasione del 20° anniversario della morte del parroco di Bozzolo, e quella di mons. Luciano Monari, nel 50° anniversario della morte di don Primo.
Il libro è impreziosito da un’ampia prefazione dello studioso mazzolariano prof. Paolo Corsini, parlamentare, già Sindaco di Brescia, docente di Storia Moderna all’Università di Parma.
La prima presentazione di questo libro è stata fatta presso la Libreria Paoline di Brescia, con l’intervento di don Bruno Bignami, presidente della “Fondazione Mazzolari” di Bozzolo, e del prof. Paolo Corsini, parlamentare, già sindaco di Brescia per due mandati.
Altre presentazioni sono state fatte poi in diversi paesi del bresciano.